L’ingegner Rodolfo Nobile, di Taranto, Commendatore della Repubblica, è stato dirigente del Settore Lavori Pubblici per cinque anni. Sotto la sua guida è stata rifatta Villa Garibaldi e si sono avviati i lavori del palazzetto dello sport al Pergolo. Non tutto è andato liscio, però, considerando che è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, come è ovvio che sia, a Martina Franca, per le cose che accadono all’Ufficio Tecnico.
Ma Nobile è anche una memoria storica di quanto accadeva al Comune durante l’amministrazione Conserva sopratutto perchè sedeva sulla sedia da dirigente quando la causa dell’Hotel Castello era arrivata ad un possibile punto di svolta, perchè i proprietari avevano proposto una transazione all’Amministrazione comunale. Questa transazione, di cui anche l’avvocato di parte del Comune aveva dato parere favorevole, doveva essere vagliata dall’Ufficio Tecnico, prima di passare, eventualmente, in Consiglio. La transazione non è mai avvenuta, perchè si è arenata, si sono perse le tracce, nonostante fosse vantaggiosa anche per la città, a detta di chi la conosce bene.
Rodolfo Nobile ci dice che ha tenuto il fascicolo sulla sua scrivania per una settimana, poi ha deciso di non occuparsene più, perchè la situazione era troppo complicata. In realtà si era reso conto, ci dice durante l’intervista, che su quella struttura gravavano interessi di troppe parti. Nobile dice: “Quando l’interesse personale non si concilia con quello pubblico, allora si blocca. Eppure con Martina Franca abbiamo fatto diversi lavori“, si alza a prendere un fascicolo “solo nel 2005 abbiamo fatto più di 600 determine. La questione del Pergolo si risolverebbe applicando la legge 380 del 2001“. E chiude la conversazione, perchè è evidente che non ne vuole parlare. O meglio, ci fa capire che al Comune di Martina Franca si svolgeva una guerra di interessi causa dello stallo totale. Due gruppi di potere, le cui ascendenze risalivano, secondo lui, alla sfida tra carolingi e vecchi seguaci di Motolese.
La legge a cui fa riferimento Nobile è la legge 380 del 2001: secondo l’ingegnere è la soluzione migliore perchè permetterebbe di abbattere, quindi liberare la città dall’ecomostro, e di recuperare la volumetria in altri modi, magari costruendo delle palazzine.
Nobile dice: “Potrebbe essere questo il motivo che ha spinto l’attuale societa, la Pergolo Srl, ad acquistare un immobile il cui recupero è evidentemente impossibile“. Avere la possibilità di costruire palazzine, appartamenti, villette. In cambio dell’abbattimento, a spese del Comune, dell’ecomostro.
L’Hotel Castello è di 67.152 metri cubi (fonte: Annicelli, Dell’Erba, L’astronave diroccata). Se si dovesse applicare la legge, la società proprietaria potrebbe abbattere e avere dal Comune il permesso di recuperare le stesse volumetrie da un’altra parte. Ma la norma a Martina Franca non è applicabile, perchè manca un Piano Urbanistico. Per avere un’idea di che parliamo, consideriamo che una palazzina di cinque piani può arrivare intorno ai cinquemila metri cubi. Se la società dovesse recuperare la metratura in città, avrebbe la possibilità di costruire quattordici palazzi di cinque piani. Un bel business.
Ma si rimane sempre nelle probabilità, dato che dopo la sentenza di Appello, di aspetterà la Cassazione.
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