Chiusura del Tribunale e del Giudice di Pace a Martina. Intervista all'avvocato Adriano Casavola

Chiusi per “spending review” (e non per ferie)  i tribunali di Martina Franca, Grottaglie, Manduria e Ginosa e le sedi dei Giudici di Pace di Martina, Grottaglie, Manduria, Ginosa, San Giorgio Jonico e Lizzano. Questo è quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Siamo andati a trovare l’Avv. Adriano Casavola, presidente U.D.A.I. (Unione Degli Avvocati d’Italia) del distretto di Martina Franca, per comprendere meglio la situazione e le conseguenze di questi “tagli” mascherati da eventuali accorpamenti.

Il sistema giudiziario aveva bisogno di un intervento, ma come ci dice anche l’Avv. Casavola, l’intervento doveva essere fatto non nell’ottica del risparmio bensì in quello dell’efficienza, tenendo conto del fatto che si sono spesi milioni di euro per aprire nuovi tribunali e sedi di Giudici di Pace che ora sono costretti a chiudere, come quello di Ginosa, inaugurato appena un mese fa. E qui i soldi sono stati già spesi. Un altro esempio nazionale può essere quello del Tribunale di Castrovillari (Cosenza), nonostante stia per essere inaugurata la nuova sede, costata ben 14 milioni di euro, ora rischia la chiusura. Vengono tagliati anche tribunali dove vi è la presenza di tanta criminalità organizzata, che vuol dire, secondo il Presidente dell’U.D.A.I. “maggior tempo per lo svolgimento dei giudizi e quindi concedere maggiore possibilità alla criminalità organizzata di agire” oltre al venir meno della funzionalità dei Tribunali e delle Procure come presidi di legalità in un contesto dove vi è un’alta percentuale di criminalità.

Il 9 luglio si è svolta l’assemblea delle associazioni Forensi del circondario alla presenza del presidente dell’Ordine, avv. Angelo Esposito, dove si è discusso sulla possibilità di convocare una Conferenza dei servizi avente per oggetto la definizione dell’edilizia giudiziaria a Taranto. Il Palazzo di Giustizia di via Marche sembra essere invivibile, così come ci conferma Casavola:  inefficace impianto di climatizzazione, sottodimensionamento della struttura rispetto all’utenza e spazi ridotti per l’accorpamento.

Per questo diviene indispensabile definire una volta per tutte l’annosa questione dell’Ex Edificio Ancifap nel Quartieri Paolo VI, già sede della Sezione distaccata della Corte di Appello di Lecce, in modo da liberare numerosi locali nello stabile di Via Marche.

Ma questo – ci dice Casavola – anche se libererà un pò di spazio non sarà comunque sufficiente a soddisfare l’utenza. Già adesso Taranto ha dei problemi di aule con il suo carico normale di lavoro, figuriamoci quando si aggiungeranno le altre quattro sedi, non si riuscirà a fare nemmeno un’udienza a settimana“.

Disagi e danni che vengono arrecati sia ai cittadini che alla classe forense – continua l’avv. Casavola –   ci parlano di riforme epocali, ma qui ci sono solo tagli indiscriminati.  L’OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura) per esempio, ha proposto l’introduzione dei Manager per ottimizzare il lavoro, il processo telematico, la riconversione di molte strutture in tribunali tecologici. Queste sono le vere riforme epocali che la Giustizia propone per ridurre i tempi dei processi e risparmiare i costi“. L’esempio che ci riporta l’avv. Casavola, per un concreto risparmio sul sistema giudiziario, è quello del procedimento d’ingiunzione e di come si possano ridurre i tempi di tale procedimento se il tutto si riuscisse a fare per via telematica “è in questo modo che si velocizza e si risparmia sulla Giustizia, non tagliando indiscriminatamente“.

Non si capiscono i criteri utilizzati per fare questi tagli “i tecnici del Governo non conoscono la realtà della giustizia, non si capisce come hanno deciso di eliminare decine di uffici giudiziari nei vari posti

In ogni caso è bene specificare che la “chiusura immediata è prevista per quei tribunali che non hanno contenzioso, che non hanno cariche e quindi facilmente traslocabili e accorpabili. Per il resto, il ministro Severino ha  previsto un lasso di tempo di 5 anni. Per il momento ci stiamo preoccupando –  continua Casavola –  ma non sappiamo cosa ci riserverà il governo, o i governi, nei prossimi 5 anni. Eliminare per esempio il Giudice di Pace di Martina che ha un carico di lavoro superiore a quello di Taranto, è una follia. Diventa difficile anche pensare ad un accorpamento, il carico di lavoro diventerebbe eccessivo“.

Tempo fa, le associazioni di categoria, chiesero lo spostamento a Palazzo Ducale del Giudice di Pace presentando una missiva a tutti gli interessati ed evidenziando i vantaggi che lo spostamento avrebbe comportato all’ente comunale non soltanto in ambito economico ma anche di natura logistica e organizzativa, “ma ci dissero che le aule ristrutturate del Palazzo Ducale non potevano essere consegnate e adibite a tale scopo, abbiamo fatto anni di battaglia per far spostare la sede del Giudice di Pace di Martina”.

In ogni caso sembra che il Comune possa, nonostante il decreto e i tagli, prendersi carico delle spese e mantenere il Giudice di Pace a Martina Franca. Forse però il costo sarebbe eccessivo. Mentre prima si parlava solamente di locali e di personale di cancelleria da pagare, ora sembra che siano compresi anche i giudici e  a questo punto l’esborso diventerebbe eccessivo. “Si parla di 70 mila euro annui solo di compenso ai Magistrati“.

Quindi se il comune ce la fa e vuole mantenere il Giudice di Pace può farlo a proprie spese, certo si rischia di farlo diventare un dipendente comunale e questo comporterebbe altri tipi di problemi, come ad esempio il suo comportamento di fronte ad una causa presentata contro il comune stesso. Ma forse abbiamo ancora 5 anni per pensarci.

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