Il prete anticamorra don Aniello Manganiello a Martina Franca: "Gesù è più forte della camorra"

Si parla di camorra in P.zza Vittorio Veneto, l’incontro, patrocinato dal Comune di Martina Franca, sul tema “La scrittura di…denuncia – Legalità e Giustizia: il valore della scrittura di testimonianza”, si è svolto in contemporanea al Mercato settimanale. Tra una donna che contrattava e un urlatore occasionale di prezzi e di incredibili sconti sulla merce, Don Aniello Manganiello parlava di camorra, del suo libro, “Gesù è più forte della camorra” e della sua esperienza a Scampia, terminata a causa di un trasferimento forzato al quartiere Trionfale di Roma per motivi di avvicendamento”, almeno questa è la motivazione ufficiale della Chiesa.

Presenti anche i finalisti dell’edizione 2012 di “Scrivoanch’io”, concorso nazionale di scrittura creativa rivolto ai giovanissimi. Moderatore dell’incontro è stato Mino Grassi, giornalista e direttore del concorso.

Il prete anticamorra ha presentato il suo libro, Gesù è più forte della camorra scritto con Andrea Manzi, che racconta i sedici anni che l’ex parroco della chiesa di S. Maria della Provvidenza ha trascorso a Scampia. Un parroco “scomodo” per molte persone. Anche il suo trasferimento in un’altra parrocchia ha destato un pò di malumori.

Con forza ha denunciato piazze di spaccio e strappato al “sistema camorristico” tantissimi giovani, rifiutandosi di dare la comunione ai camorristi e di battezzare i loro figli, presa di posizione che gli è costata delle minacceLa chiesa lo accusava “di aver cercato la fama e il successo attraverso i media, affermando che le minacce sarebbero solo delle invenzioni”.

Nel libro, don Aniello, accusa la Chiesa napoletana “di essere molto più sensibile agli equilibri di potere, ai rapporti istituzionali di vertice, alle relazioni diplomatiche con politici spesso compromessi con poteri oscuri che alla vicinanza effettiva con la gente”.

C’è spazio anche per una leggera critica a Saviano: “il libro Gomorra ha condannato tutto un popolo fatto anche di persone per bene, e sembra non dare speranza. Io, dalla mia esperienza, posso dire invece che gli irrecuperabili non esistono“. Definisce la fede, la cultura ed il lavoro le uniche tre possibilità di contrasto forte alla criminalità: “scrivere libri non è sufficiente, la lotta alla criminalità è fatta di opere sociali. L’antimafia dei professionisti della legalità – continua don Aniello – non può nulla da sola, quei 300 arresti non risolvono il problema perchè la camorra sa sempre come rimpiazzarli con altri 300″.  

Nel libro don Aniello Manganiello non fa sconti neanche a se stesso: “Ogni giorno mi dico che domani un nuovo rimorso mi spingerà sulla strada”  una frase di padre David Maria Turoldo, utile, dice lui, “a non sentirmi mai appagato del bene fatto”.

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