Domani ci sarà a Martina Franca un’assemblea con i dipendenti pubblici di Asl e Comune. Verranno da Statte e da Crispiano. Una manifestazione indetta dai sindacati confederali, compresa la Cisl, che a livello nazionale non era troppo d’accordo. Il motivo è la spending review decisa dal Governo Monti, che dovrebbe arrivare in Senato in queste ore. Si è deciso di tagliare il 10% dei dipendenti pubblici, pur di risparmiare qualcosa.
Abbiamo sentito Mino Bellanova, segretario provinciale della Funzione Pubblica, che ha le idee chiare: “Il Governo ha deciso di tagliare sui dipendenti pubblici, ma il vero taglio dovrebbe essere fatto a livello dirigenziale. Il primo passo sarebbe l’assunzione di responsabilità. Se un dipendente pubblico si assenta ma risulta presente, è molto probabile che il suo responsabile lo copra, probabilmente perchè lo fa anche lui“.
Si riferisce a quanto accaduto qualche giorno fa al Comune di Taranto, in cui quarantacinque dipendenti sono stati denunciati per assenteismo.
L’impiegato pubblico, si sa, è mitologicamente associato al fannullone, all’incompetente, a chi ha avuto il posto tramite una raccomandazione.
Basti prendere il Comune di Martina Franca e i suoi impiegati: in campagna elettorale sono stati utilizzati come esempio della prima cosa da mettere in ordine. Eppure loro lavorano, molti di loro lavorano, ma per le regole della comunicazione è molto più evidente un impiegato dell’Anagrafe al bar che due che lavorano piegati sugli archivi. Il problema, ripete Bellanova “sono i dirigenti“.
Quindi domani c’è la manifestazione a Martina Franca, in Sala Consiliare, alle 10:00, venerdì davanti alle Prefetture, contro i tagli fatti senza pensare alla riorganizzazione. “Mi sorprende” dice il segretario della Cgil, “che la chiamino riorganizzazione quando in realtà sono solo tagli. Tagli che i dipendenti pubblici subiscono da anni. Basti pensare che alle penultime elezioni RSU dell’Asl di Taranto a votare erano 3700 persone. Quest’anno 3100“. Assunzioni bloccate, il turn over che non esiste più. Prendiamo il Comune di Martina Franca, che avrebbe bisogno di molto più organico ma che è costretto ad assumere solo in mobilità. Gli ultimi assunti, possiamo dire, sono stati dei privilegiati.
I tagli che colpiscono le autonomie locali impediranno l’anno entrante di avere i fondi per la cassa integrazione in deroga, di cui molti lavoratori stanno usufruendo in questo periodo. E’ la cassa integrazione finanziata dalla Regione e non più dall’Inps.
“Non capisco perchè i tagli al pubblico devono sempre avvenire sui dipendenti e mai su altri capitoli di spesa” dice Bellanova “diminuisce il numero degli infermieri, ma negli ospedali ci sono operai che imbiancano pareti due, tre volte all’anno“.
I dipendenti pubblici, tanto per chiarire, non sono solo i geometri dell’Ufficio Tecnico, ma le maestre dell’asilo, lo sportellista del CUP, l’operaio comunale. Sono tante figure alla cui presenza siamo abituati ma che rischiano di sparire. “L’obiettivo, diciamolo chiaramente, è la privatizzazione dei servizi pubblici, perchè gli Enti dovranno garantire gli stessi standard con meno personale, quindi si esternalizzerà“, Bellanova è chiaro su questo punto, non ha dubbi “Il progetto è sempre lo stesso: privatizzare tutti i servizi“.
Il motivo tentiamo di spiegarlo noi: i servizi come la sanità, l’istruzione, la gestione dei rifiuti, l’acqua, l’anagrafe eccetera, sono cose di cui i cittadini avranno sempre bisogno, non c’è crisi che tenga. I bambini devono andare a scuola e i malati si devono curare. Sono settori che, se privatizzati, avranno sempre un mercato capace di giustificare l’investimento e di creare margini di guadagno. Indebolire il pubblico significa agevolare il privato a subentrare nei servizi. E siccome le imprese private ci devono guadagnare, o i servizi perdono di qualità mantenendo lo stesso costo, oppure i costi devono aumentare. Basti considerare la Soget che dai tributi minori dei martinesi si prende l’aggio, la percentuale, che potrebbe invece essere incassata dal Comune e utilizzata per qualcosa di interesse collettivo.
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