Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dei carabinieri di Massafra con cui avvisano le redazioni di aver arrestato un agente della Guardia di Finanza di Taranto. Lo pubblichiamo per intero perchè, nonostante sia successo a Massafra, probabilmente azioni del genere accadono tutti i giorni anche tra le nostre strade: commercianti che spesso sono dediti a pratiche illegali supportati da azioni poco “fedeli” alla divisa da parte di componenti delle Forze dell’Ordine.
Ecco il comunicato:
Avevano costretto il gestore di un distributore di carburanti a corrispondere la somma di 3000 euro per “insabbiare” una fantomatica indagine avviata sul suo conto dalla Guardia di Finanza di Taranto, che concerneva presunte false fatturazioni e la commercializzazione illegale di gasolio. Con questa accusa sono finiti in manette un 46enne, Maresciallo della Guardia di Finanza in servizio presso il Comando Provinciale di Taranto e suo cugino 38enne, originario del capoluogo Jonico.
L’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Massafra ha preso il via quando la vittima si è presentata in caserma denunciando di essere stata inizialmente avvicinata da un abituale cliente dell’area di servizio che lo aveva messo in guardia da imminenti verifiche sul suo conto da parte della Guardia di Finanza di Taranto. L’uomo si era pertanto adoperato per rimettere a posto i conti quando, in un successivo incontro, lo stesso cliente gli faceva presente che un suo parente di professione finanziere, in servizio alla Tributaria di Taranto, era nelle condizioni di interrompere quell’attività d’indagine in cambio di “una regalia” per i suoi colleghi d’ufficio, evidentemente anche per sé. Il commerciante consapevole delle condotte illegali talora commesse nell’ambito dell’attività da egli gestita, si mostrava disponibile, pur manifestando il contingente periodo di crisi finanziaria che non gli avrebbe consentito di adempiere prontamente alla richiesta di denaro.
Qualche giorno dopo si presentava dalla vittima il finanziere in persona accompagnato dal parente. In questa circostanza il pubblico ufficiale contestava alla vittima le violazioni per cui il suo ufficio stava indagando, mostrandosi disponibile ad “insabbiare” l’inchiesta in corso proprio in virtù dell’amicizia con suo cugino. Anche in tale circostanza veniva reiterata la richiesta di denaro che il maresciallo affermava essere destinato esclusivamente ai suoi colleghi d’ufficio. Tuttavia, la persona offesa, nutrendo dubbi sulla qualità personale del sedicente maresciallo, gli faceva esplicita richiesta di verificare la sua identità attraverso il tesserino di riconoscimento. È proprio allora che la vittima riusciva a rilevare le generalità del concussore e, addirittura, il numero di matricola, elementi rivelatisi determinanti per la sua identificazione.
Addirittura alla vittima, date le sue difficoltà economiche, era proposto di accendere un finanziamento o di rateizzare l’importo richiesto.
Le attività investigative condotte, anche di natura tecnica, hanno consentito di accertare la veridicità del racconto della vittima e, soprattutto, di stabilire che le condotte contestate corrispondono ad una personalissima iniziativa dell’infedele finanziere che per nulla coinvolgono il reparto di appartenenza.
Nella mattinata odierna i militari del Nucleo Operativo Carabinieri di Massafra, coadiuvati da personale del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Taranto, hanno arrestato in flagranza di reato il cugino del finanziere che si era recato dalla vittima per riscuotere una parte dell’importo pattuito, pari ad euro 500, che avrebbe in seguito consegnato al parente. Poco dopo è toccato al finanziere, nei confronti del quale si è proceduto a fermo di indiziato di delitto stante il pericolo di fuga dell’indagato e la possibilità che il medesimo – se lasciato in libertà – potesse condizionare la vittima a rendere versioni dei fatti edulcorate.
Ancora una volta il contributo delle vittime e la sempre maggiore fiducia di costoro nei confronti delle istituzioni, hanno consentito di intervenire con tempestività ed efficacia a tutela dei cittadini contro quelle forme di illegalità che sempre più consolidano il famoso “numero oscuro”.
I due indagati che dovranno rispondere del reato di concussione in concorso, sono stati condotti presso la casa circondariale di Taranto per ivi rimanere a disposizione dell’A.G., in attesa dell’udienza di convalida dei provvedimenti restrittivi.
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