The end of "That's Martina". La città della cultura rischia di perdere cinema e teatro

Il “The end”, nonostante il duro e netto significato, ha un suono dolce per chi è cresciuto negli anni della diffusione della cinematografia. La classica frase che precede i titoli di coda dei film di un tempo potrebbe questa volta non riguardare la pellicola, ma i cinema dove si proiettano. La crisi ha colpito cinema e teatro in tutta Italia, mettendo addirittura a rischio la grande “Cinecittà”, e Martina Franca non sembra essere una voce fuori dal coro.

La notizia di questi giorni è la probabile chiusura, per diversi motivi, del Teatro Verdi e del Cinema Nuovo.

Contattato telefonicamente Giulio Dilonardo, proprietario del Teatro Verdi, ha confermato il ritardo nella programmazione della nuova stagione, ma non di una decisione in merito alla chiusura: ” L‘anno scorso abbiamo chiuso in negativo” ci ha spiegato.  Per far fronte all’evidente crisi è stata consegnata, negli anni scorsi, una richiesta di convenzione al Comune di Martina Franca che sembrerebbe essere stata anche approvata, ma mai discussa in consiglio comunale per le note vicende dell’amministrazione Palazzo. “Quest’anno – afferma Dilonardo –  ho chiesto alla nuova amministrazione di prendere in carico, e magari di concluderlo, l’iter pendente in merito a quella richiesta. Non ho presentato altre richieste ufficiali“. Nonostante la chiusura non ci sia stata confermata, la convenzione sembra essere, più che un ultimatum, un’ultima spiaggia.

In merito a questo abbiamo deciso di incontrare l’assessore alla Cultura Antonio Scialpi che, oltre a confermarci dell’esistenza della richiesta, ci ha informati sulla quantità del contributo in denaro che il Sig. Dilonardo ha richiesto per la convenzione. Circa 100 mila euro. L’assessore si è poi soffermato sulle difficoltà economiche che questa amministrazione sta incontrando a causa delle politiche  fiscali e dei decreti “Salva Italia” che stanno fortemente incidendo sugli equilibri finanziari dei comuni tanto che, molto probabilmente, si deciderà di aumentare di un punto percentuale l’aliquota della seconda rata dell’IMU.

In un quadro critico come questo si capisce che non possiamo rilasciare così tanti soldi per un’iniziativa privata – ci dice l’Assessore, che continua – l’idea del teatro convenzionato mi affascina, ma ora non ci possiamo permettere una spesa del genere. E c’è ancora il bilancio da approvare“.

Ricontattiamo così il proprietario del Teatro Verdi che ci spiega che la richiesta presentata non è una richiesta di finanziamento, ma una “fornitura di servizi sotto forma di convenzione“. Il Tentativo è di assimilare, in favore della città, un contenitore privato per un utilizzo pubblico.

In ogni caso ci sono delle spese da affrontare. La spada di Damocle di tutti i cinema italiani comprende il passaggio dall’analogico al digitale entro gennaio 2014, il che consiste nella distribuzione dei film non più in pellicola, bensì su file. Questo comporta una spesa di circa 80 mila euro a cinema, così come ci conferma Dilonardo: “è una spesa già in previsione. Un passaggio obbligato che affronteremo quando riapriremo“. In questo senso si è mossa anche la Regione Puglia finanziando con circa 1 milione e cento mila euro le piccole sale cinematografiche che, per l’incapacità di sostenere i costi dell’innovazione, rischiano la chiusura . Tra le sale ammesse al contributo c’è anche Martina Franca, così come si legge da un comunicato stampa ufficiale datato 10 aprile 2012 (qui potete leggere il comunicato della Regione Puglia).

Per quanto riguarda il Cinema Nuovo il problema è un pò diverso. C’è l’urgenza di manutenzione a causa di alcune infiltrazioni. E fin qui… non sembrano esserci grossi problemi. In realtà, come ci spiega l’assessore Scialpi, la cosa è ancora più contorta. Sembrerebbe, infatti, che il suolo del Cinema Teatro Nuovo sia per metà pubblico e per metà privato. “Il Cinema Nuovo nasce da un progetto diverso – ci spiega Scialpi – quello spazio doveva essere utilizzato per una piazza o un parcheggio, poi si è deciso di scavare e farne un teatro. In questo modo la parte di sopra sembrerebbe essere di propietà pubblica, mentre la parte di sotto privata“.

Quindi, chi paga? 

La cultura a Martina in ogni caso non sparirà:  “per questo sono ritornato dopo aver deciso di allontanarami dalla politica – afferma Scialpi – per me è importante fare qualcosa per i giovani e stiamo lavorando per coinvolgere le scuole in un progetto di teatro d’insieme. Giovedì prossimo ci sarà un’altra riunione“.

L’estate “That’s Martina” ha in qualche modo risvegliato la fame di cultura dei martinesi che ora non vogliono di certo smettere di abbuffarsi.  La probabile chiusura del Teatro Verdi e del Cinema Nuovo lascerebbe sicuramente un vuoto difficilmente colmabile, ma a rendere ancor più triste questa eventualità è la mancanza di strutture alternative.

Locorotondo ci insegna qualcosa. L’auditorium Comunale viene gestito da un privato il quale, secondo una convenzione con il comune, pagherebbe solamente i costi di affitto dei film e i diritti SIAE lasciando tutte le altre spese all’ente comunale. Per questo motivo il prezzo del biglietto è di soli 3 euro, nonostante la qualità della programmazione.

Eppure ci vorrebbe poco, un auditorium con l’agibilità e una concertazione tra pubblico e privato che porti a soluzioni intelligenti. Ma questo lato romantico è costretto ad affrontare la dura realtà di quello che il “The end” porta con sé…la fine del film, almeno per il momento, almeno fino alla prossima proiezione… in digitale.

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Commenti

15 risposte a “The end of "That's Martina". La città della cultura rischia di perdere cinema e teatro”

  1. Avatar Paola
    Paola

    “…nonostante la qualità della programmazione.”?Ma che dite?Film per un pubblico giovane,film d’essai,film italiani e stranieri di alta qualita’ provenienti dai piu’ famosi festival europei.Ma ci siete mai andati all’auditorim di Locorotondo?Sedie comode e personale gentile.Vola al cinema.

  2. Avatar Emanuele Copertino
    Emanuele Copertino

    Gentile Paola, grazie per il suo intervento, ma non abbiamo messo in discussione la qualità della programmazione, al contrario, legga la frase in questo modo “nonostante la qualità della programmazione il costo del biglietto è di soli 3 euro”.

  3. Avatar Giuliana
    Giuliana

    Se si praticassero prezzi d’affitto diversi da quelli sostenuti sino ad ora, molte compagnie preferirebbero mettere in scena spettacoli nella propria città.

    1. Avatar Redazione
      Redazione

      Grazie Giuliana per il suo intervento. Concordiamo, forse manca a Martina un vero spazio pubblico, un teatro comunale o un auditorium comunale.

  4. Avatar Vito Pastore
    Vito Pastore

    Ecco perché vi seguo! Continuate così!
    È soprattutto non fate domande ai vostri lettori. Non serve.

  5. Avatar Vito Pastore
    Vito Pastore

    È partito una e con l’accento.

  6. Avatar Massimiliano Martucci
    Massimiliano Martucci

    Noi le domande le facciamo a tutti :) Buon anno!

  7. Avatar Vito Pastore
    Vito Pastore

    Lei è il “direttore”‘, il padrone del “bastimento”.

  8. Avatar Vito Pastore
    Vito Pastore

    Sinceri auguri di Buon Anno a tutta la redazione.

  9. Avatar Agostino Quero
    Agostino Quero

    Caro Massimiliano, apprezzo molto quello che hai scritto. Non lo condivido in alcuni punti ma lo apprezzo. Ritengo giusto il richiamo ad andare più a fondo di questioni, prima fra tutte la disperazione, che sono alla base di certe vicende di cronaca (ma il diritto all’oblio è un’altra cosa). In quanto all’editore ricco alle spalle, se me ne capitasse uno lo prenderei al volo (salvo averli anche mandati al diavolo, nel tempo: prima la libertà). Non faccio questa attività per gioco: io ci lavoro. E quando ho ribadito la mia autonomia quale barriera invalicabile, l’editore che garantisce uno stipendio adeguato (hai sentito parlare di equo compenso, di recente) è non solo auspicabile ma doveroso. Ed è doveroso pretenderlo da parte di noi giornalisti. Certo, tornando a ciò che avevo detto prima, l’autonomia è invalicabile e per me è stata anche motivo di liti irreparabili con i più importanti editori della regione, come a più di qualcuno è noto. Retribuzione adeguata e rispetto dell’autonomia professionale, è ciò a cui sono tenuti gli editori. Tutto ciò, a meno che qualcuno di noi non lo faccia per gioco. Non è il mio caso. Saluti e buon anno a te e alla redazione.

  10. Avatar Massimiliano Martucci
    Massimiliano Martucci

    Caro Agostino, la prospettiva da cui scriviamo è spesso differente, opposta in alcuni casi, eppure quello che manca, tu me lo insegni, è capire quanto vale il nostro lavoro, quanto vale l’autonomia e se per essa basta uno stipendio o l’equo compenso. Noi siamo editori di noi stessi, non chiediamo nulla, e quando sbagliamo non ci vergogniamo di scusa. Sai benissimo che servirebbe un po’ più di coscienza sul mestiere, e questo articolo voleva essere un sasso in uno stagno, per muovere un po’ le acque.
    Il problema non è il gioco, non solo perchè il gioco è una cosa seria e, al contrario, chi scrive non si è mai preso troppo sul serio, ma la responsabilità sociale del nostro scrivere, o raccontare. Questa è una conversazione che non deve finire :)
    Ricambio con affetto gli auguri a te e a Cognita, il Tacco e ElezioniMartina.

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