Si sale di livello per quanto riguarda la gestione dell’emergenza lupi. Così come chiesto dagli allevatori, oggi si sono svolti due incontri in Regione per capire bene quali strumenti servono per affrontare il problema. Il primo incontro, con la struttura tecnica, in cui si è affrontato il tema del risarcimento per i capi ammazzati, probabilmente, dai lupi e quindi il tema dello smaltimento. Come abbiamo già raccontato, lo smaltimento è a carico del proprietario e spesso i costi non sono coperti dal risarcimento.
La seconda riunione è stata con i livelli politici, a cui hanno partecipato i comuni di Martina Franca, Crispiano e Mottola, l’assessore regionale Nardoni, la Asl di Taranto, la Provincia di Taranto, i rappresentanti del Corpo Forestale e degli Enti Parchi. Nunzia Convertini, presente all’incontro, racconta: “Il Comune spende circa ventimila euro all’anno per gli indennizzi per i cani randagi, un dato confermato dalla Asl. L’assessore Nardoni si è impegnato a disporre un fondo di duecentomila euro per gli indennizzi, con un’apposita delibera di giunta, che disciplinerà la procedura, perchè i danni causati dalla fauna selvatica sono di solito gestiti dalle Province“.
Ci sarà una convenzione con l’Università per il monitoraggio dei lupi sul territorio e quindi lo studio di un sistema di prevenzione consoni per il territorio, su cui insistono allevamenti che sono allo stato brado o semi-brado e quindi non possono essere facilmente circoscritti: “Dobbiamo importare le best practice che già ci sono in Italia. Nel grossetano, per esempio, vivono una situazione che potrebbe essere paragonabile alla nostra“.
“Un ruolo importante lo avranno gli Enti Parchi e le Asl veterinarie, a cui toccherà formarsi per riconoscere gli attacchi dei lupi. La formazione sarà affidata anche alle masserie didattiche che dovranno avere il compito di informare senza fomentare la paura”, conclude Convertini.
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