Resistenza è libertà, libertà è ricordo. Cinque anni di ANPI a Martina Franca

Il 25 aprile di quest’anno si carica di significati particolari. In Italia si festeggia infatti la settantesima Festa della Liberazione dal fascismo, traguardo importante per l’avvenimento-padre della nostra Repubblica, nata col referendum del 2 giugno 1946.

E se per tanti il 25 aprile è semplicemente un festivo da dedicare al mare, al barbecue in campagna o alle gite, per l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è un “autentico Natale”, per dirla con le parole di Alessandro Massafra, membro del comitato di Martina Franca che abbiamo incontrato durante la presentazione ad Arte Franca del calendario di eventi dedicati alla Liberazione (ARTICOLO QUI).

Un calendario che vede la stretta collaborazione fra Amministrazione Comunale e ANPI, così come ricordato da Massafra: “Per la prima volta dalla nostra formazione a Martina Franca, registriamo la ferma volontà di un’Amministrazione comunale di ricordare gli eventi che portarono alla Liberazione e i loro attori, cioè i partigiani. In tanti pensano che la Resistenza sia solo un fenomeno del nord Italia, ma non è così. È vero, il grosso delle operazioni si sono svolte da Roma in su, ma è anche vero che tanti uomini sono partiti dal Sud per andare a combattere il nazifascismo al Nord. Come non ricordare i fratelli Carucci, nostri concittadini che si sono fatti valere nella lotta per la libertà?”

Per l’ANPI martinese il 2015 vede un doppio festeggiamento, visto che oltre al settantesimo della liberazione ricorre anche il quinto anniversario del comitato cittadino. Massafra ci risponde fiero: “Sono 5 anni che siamo ufficialmente a Martina, e la presentazione degli eventi cade proprio nei giorni in cui abbiamo festeggiato il compleanno della sezione cittadina. I valori dell’antifascismo e della Resistenza devono continuare a vivere non solo attraverso chi ha vissuto in prima persona quei fatti, ma anche attraverso le nuove generazioni, alle quali è demandato il compito di tramandare documenti, fatti, storie. È per questo che l’ANPI nazionale ha deciso di aprire il tesseramento a tutti coloro che condividono i nostri ideali, per far sì che questa sia una fiamma che non si spenga mai”.

Tanti gli eventi in calendario quest’anno, col forum del 25 aprile a Palazzo Ducale che si propone come massimo momento di sintesi e confronto. Non solo storici ai microfoni, ma anche Libera, un rifugiato politico e un ambientalista come Alessandro Marescotti di Peacelink. Massafra ci spiega il perché: “I fascismi sono tanti, non c’è solo quello di Benito Mussolini. Pensiamo all’Ilva di Taranto: abbiamo un’azienda che da decenni sta inquinando un territorio intero e i suoi figli, senza che fino ad ora si sia trovata una soluzione. Come lo definite questo, se non un fascismo? E chi si propone di lottare contro questi abusi è o non è un antifascista? E i movimenti che raccolgono tutte queste persone sono o non sono espressione di una Resistenza?”

Ecco il senso dell’invitare al forum gente che non ha strettamente a che fare con la seconda guerra mondiale: a tanti fascismi devono corrispondere tanti antifascismi, e compito dell’ANPI è diffondere la cultura della Resistenza a prescindere dal nemico, che sia ambientale, politico o di qualsiasi altro tipo.

Ma per proporsi come contenitore di ideali e vettore di storie e testimonianze, occorre una sede. L’ANPI aspetta da anni di veder riconosciuto il suo diritto ad avere degli spazi per i suoi tesserati e per la mole di documenti storici accumulati in tutti questi anni, e non perde l’occasione per ricordarlo: “Siamo un ente morale, che vede riconosciuto dalla legge il diritto di avere degli spazi. Abbiamo scatoloni e scatoloni di documenti, tessere e preziose testimonianze da mettere a disposizione di tutti, ma che per ora giacciono in posti inadatti. Abbiamo chiesto sia all’amministrazione Palazzo che a Franco Ancona di avere una sede dove raccogliere e catalogare tutto, per consegnare alla cittadinanza un archivio preziosissimo sia a livello storico che etico-morale. Per ora la risposta è sempre stata la stessa (negativa, nda), ma non ci stancheremo mai di lottare per questo, e infatti proprio il 25 aprile chiederemo pubblicamente di avere quattro mura dove poter accogliere i nostri iscritti e il nostro archivio. Non ci interessa avere una sede in pieno centro o in posti storici, ci basta un locale qualsiasi, e a sistemarlo ci pensiamo noi”.

E’ o non è anche questa una forma di lotta e di Resistenza?

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