La Guardia di finanza e il Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato nei giorni scorsi una ventina di pezzi, tra pc portatili, hard disk, pen-drive e supporti informatici nelle sedi del Cnr di Bari e del Disspa (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti) dell’Ateneo. Altre acquisizioni sono state fatte nello Iam (Istituto Agronomico Mediterraneo) di Valenzano (Bari), e nel Centro di Ricerca di Sperimentazione e Formazione agraria, Basile Caramia, a Locorotondo.
La procura di Lecce infatti, sta accelerando l’inchiesta aperta ormai quasi un anno fa sulla diffusione del batterio che sta distruggendo gli ulivi e in qualche modo le nostre radici, il nostro paesaggio. I magistrati leccesi stanno indagando sulla diffusione colposa della malattia della pianta simbolo del nostro meridione e hanno disposto il sequestro del materiale informatico. L’ipotesi di reato ipotizzata è diffusione colposa di una malattia delle piante.
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