Calcio e sapori, conosciamo i nostri avversari: Barletta

Il terzultimo appuntamento casalingo della stagione calcistica per il Martina porta al “Tursi” l’Audace Barletta, la più antica società sportiva della cittadina della Disfida fondata negli anni Cinquanta.

Pensando a questo match è impossibile dimenticare l’immensa tragedia di Fabiano Colucci che si verificò proprio alla vigilia della gara di andata e che poi portò al rinvio della stessa lo scorso novembre. Oggi Fabiano accompagna ogni domenica il cammino del gruppo guidato da mister Marasciulo ed è invocato sempre dai sostenitori biancazzurri in occasione di ogni partita.

Tornando all’attualità e a questa rubrica che presenta a proprio modo gli avversari del Martina calcio, voglio partire dalle origini antiche di questa città che oggi conta quasi 100mila abitanti ed è capoluogo di provincia insieme ad Andria e Trani. Al territorio di Barletta appartiene il sito di Canne dove, il 2 agosto del 216 a.C., battaglia in cui i romani subirono una grave sconfitta ad opera dei Cartaginesi comandati da Annibale. Le origini degli insediamenti umani nella zona però sono ben più antichi e risalgono all’epoca preistorica come testimoniano numerose necropoli e resti di antichi dolmem.       

La cucina barlettana è un vero e proprio mix tra terra e mare. A farla da padrone tra i primi piatti vi sono le paste fresche fatte in casa. Oltre alle orecchiette, voglio citare le lagane: una sorta di tagliatelle più larghe e un po’ più corte da condire con ragù di carne o con i frutti di mare.               

Passando ai dolci voglio citare i Calzoncelli, tipicità natalizia: rettangoli di pasta ripieni di mostarda, fritti e conditi con vincotto o zucchero a velo. Altra prelibatezza sono I Pscènn d’ì Mònch: non c’è un vero e proprio nome in italiano che le definisca anche se sono conosciute come Pastarelle. Si tratta di una sorta di biscotti zuccherati, buoni anche per la prima colazione.       

In conclusione, parlando di vino, mi voglio soffermare sull’azienda Vigne di Rasciatano. Tra le etichette merita un assaggio il Rasciatano nero di Troia, dal colore rosso rubino intenso e impenetrabile, che al naso si caratterizza per note di piccoli frutti rossi e liquirizia e che si mostra elegante e raffinato in bocca. Oltre a questo mi piace molto anche il Rosè da uve Montepulciano, fresco e fruttato, ottimo in vista delle stagioni più calde che stanno per arrivare.          

(In foto i calzoncelli. Fonte web: la cucina pugliese)

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