Ripartire ma non coi debiti. Tra MES e Eurobond la proposta di Mario Turco: l’autofinanziamento

I prestiti, si sa, sono soldi che prima o poi vanno restituiti, sia che vadano nei portafogli dei cittadini, delle imprese o degli Stati. Come tutti sanno, essere insolventi è brutta cosa e in un momento di crisi profonda, sconosciuta, senza formule garantite per la ripresa, il prestito è un’incognita anche più oscura. Il MES deve far paura perché di fatto mette le chiavi del Paese nelle mani degli speculatori stranieri e si rischia di far la fine della Grecia. Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco, che di queste cose se ne intende, ieri commentava: “Il Mes è inutile: se Conte ottiene 500 miliardi, questo va a pesare subito sul debito dell’Italia e aumenterà il deficit. Poi arriverà Bruxelles a Roma e vi dirà avete un deficit enorme, lo dovete ridurre. E quando l’Italia inizierà a riprendersi, arriverà l’austerity. La ricchezza della Germania, dipende anche dalle esportazioni verso Italia e Spagna: senza solidarietà e senza buon senso, l’Italia sarebbe perduta, l’eurosistema si disintegrerebbe e questo sarebbe dannoso anche per la Germania“.

L’alternativa suggerita da Varoufakis sono gli Eurobond, ovvero un meccanismo che permetta agli Stati europei di condividere il debito pubblico, senza caricarsi di ulteriori debiti che, col MES, rischiano di portare il nostro Paese vero l’austerity: tasse sempre più alte e tagli ai servizi pubblici. Meno sanità pubblica, meno scuola pubblica e magari, per capirci, il rischio di dover vendere pezzi di patrimonio nazionale per non essere insolventi.

Non bisogna andar lontano però, perché Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, getta sul piatto una via alternativa tra MES e Eurobond, che potrebbe essere attuata con un po’ di coraggio e creatività, e potrebbe essere un prospettiva alternativa che permetta da un lato l’evitare il collasso dell’economia reale (quindi imprese e lavoro) e dall’altro salvarci dai tagli allo stato sociale. Scrive in una nota: “Le soluzioni prospettate dall’Eurogruppo sono una prima risposta positiva dell’Unione Europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica. Manca ancora il coraggio di pianificare e finanziare un piano straordinario d’investimenti unico, sinergico, condiviso e sistemico per rilanciare l’intera economia europea. In considerazione degli attriti e visioni opposte emerse in Europa sugli eurobond, è importante per l’Italia – commenta il Sottosegretario – realizzare un “piano di autofinanziamento interno” per accrescere la capacità di finanziare in maniera diretta ed autonoma le politiche d’investimento pubblico dello Stato e l’economia reale senza dover necessariamente dipendere dall’indebitamento esterno ed internazionale. Fondamentale in questa nuova prospettiva accelerare la costituzione di una banca pubblica d’investimento che possa, non solo finanziare le opere pubbliche, ma anche sostenere la collocazione dei titoli pubblici, nonché attrarre, favorire e incentivare il risparmio degli italiani. In considerazione dell’emergenza, è importante poi, sviluppare nuove tecniche monetarie, anche virtuali, e di circolarità tra operatori commerciali delle detrazioni e dei crediti fiscali che lo Stato non riesce tempestivamente a pagare, attraverso la creazione di piattaforme telematiche. Occorre, infine, rivedere le regole contabili dei bilanci degli enti territoriali onde liberare risorse, attualmente accantonate, da destinare agli investimenti. Questo potrebbe essere lo schema di un possibile piano di autofinanziamento dell’Italia per rendere sostenibile il debito pubblico, favorire la politica degli investimenti e tutelare il risparmio degli italiani

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