Giorni caldi per la Martina Franca calcistica. Ci sarebbero infatti le quote del club biancazzurro nei 900 mila euro sequestrati dalla Guardia di Finanza nella giornata di mercoledì, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto. Di seguito nota della Compagnia di Martina Franca, sull’indagine che ha coinvolto la Bionix World ou, la società del co-presidente del Martina Calcio, che non avrebbe dichiarato, secondo gli inquirenti, ricavi per 6 milioni di euro:
Nella giornata del 7 dicembre i militari della Compagnia di Martina Franca della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie fino alla concorrenza di circa 900 mila euro. Il provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Taranto, trae origine da una complessa attività investigativa, delegata e coordinata in ogni fase dalla Procura della Repubblica di Taranto, condotta nei confronti di una società, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di macchinari, con formale residenza fiscale in un paese estero, la quale avrebbe radicato sul territorio italiano il centro direzionale della propria gestione amministrativa e di fatto generato un crocevia di scambi commerciali, configurando la fattispecie illecita della cd. “esterovestizione” societaria. Infatti, la società, presso la propria sede formale all’estero, sarebbe di fatto risultata priva oltre che di organizzazione commerciale ed amministrativa, anche di automezzi idonei al trasporto delle merci. Inoltre, l’immobile, dichiarato come sede principale, era ubicato in zona di chiara tipologia residenziale e quindi non palesava alcuna sembianza di opificio commerciale. All’esito della successiva attività di verifica fiscale eseguita nei confronti dell’impresa sono stati constatati ricavi non dichiarati per circa 6 milioni di euro e IVA evasa per 42 mila euro. Al rappresentante legale della società “esterovestita”, iscritto dal 2013 all’A.I.R.E., ma che ha mantenuto di fatto il suo centro di affari in Italia, è stata contestata l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi per gli anni dal 2017 al 2020, in considerazione della operatività di fatto della società nel territorio nazionale e quindi soggetta al regime tributario italiano. L’importo del sequestro odierno sarebbe corrispondente all’ammontare complessivo delle imposte evase. Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna. L’operazione di servizio condotta testimonia l’impegno della Procura della Repubblica jonica e della Guardia di Finanza nell’azione di prevenzione e repressione dei reati economico-finanziari, che trova nell’aggressione patrimoniale la forma più incisiva di contrasto dei connessi arricchimenti illeciti.
Non si è fatta attendere la risposta dei vertici societari, coi presidenti Luciano Soldano e Piero Lacarbonara che desiderano chiarire quanto emerso:
Il presidente Soldano: “Leggevo sorridendo i titoli eclatanti e sensazionalistici che mirano ad attirare l’attenzione su autocelebrazioni. Sono sereno nella consapevolezza che la presunzione di un reato non è una condanna e che sarà dimostrato nelle sedi opportune, dunque ho piena fiducia nella giustizia. Ho sempre creduto e continuerò a credere nel progetto Martina Calcio, la città di Martina merita il mio sostegno a mantenere vivo lo sport del calcio. È un peccato che si ripetano cliché già visti e che chiunque si affacci al mondo del calcio debba essere messo in discussione nella sua onestà. Ovvio è che questo tipo di aggressione allontana investitori ed è un gran peccato perché lo sport è cultura, turismo e un bene per la città”.
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