Martina Franca è il primo comune in Italia ad aver votato un ordine del giorno contro il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, il progetto legislativo che prevede la libertà delle Regione di deliberare su temi che invece sono di interesse nazionale, come la scuola e la sanità. Un progetto osteggiato da numerosi giuristi.
Visione Comune, nel consiglio comunale del 7 febbraio (ieri) ha presentato un ordine del giorno per impegnare il Comune a farsi promotore di azioni contro questo ddl. È stato votato dalla maggioranza ma, come sostiene il consigliere comunale Giuseppe Serio (VC), mentre i banchi dell’opposizione di centrodestra erano praticamente vuoti, tranne per la presenza del consigliere Giacomo Conserva.
Cosa dice l’ordine del giorno presentato e votato ieri dal Consiglio comunale di Martina Franca contro l’Autonomia differenziata?
Riportiamo integralmente:
CONSIDERATO CHE:
- è alto il rischio che si realizzi la separazione, di fatto, del Paese, tra Regioni ricche e Regioni povere. È a rischio, secondo molti costituzionalisti, Presidenti di Regione, Sindaci, partiti, movimenti, sindacati e organizzazioni, il principio di uguaglianza di tutte le cittadine e di tutti i cittadini italiani;
- il Ddl Calderoli colpirebbe gravemente il sistema scolastico con “un vero processo separatista” in cui si avrebbero “programmi diversi a livello regionale, diversi sistemi e funzionamenti di reclutamento territoriale;
- in ambito sanitario, la riforma aumenterebbe le storture di un sistema di gestione della salute già oggi in crisi, con l’ulteriore aumento delle diseguaglianze, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute;
- con il ddl c’è il rischio della sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche (come i trasporti, la distribuzione dell’energia, la sanità o l’istruzione), che per il loro ruolo nel funzionamento del sistema paese dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale;
- se fosse definitivamente approvato lo schema di Disegno di Legge Calderoli, dapprima dal Consiglio dei ministri, in seconda lettura e successivamente dal Parlamento, sarebbe gravemente colpita l’unità giuridica ed economica della Repubblica (art.2, 3 e 5 Cost.) in danno dell’uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
- il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda tanto le Regioni quanto invece il rafforzamento delle autonomie locali;
- le Istituzioni locali, Regioni con i Presidenti di Regioni i Consigli e le Giunte regionali, Sindaco, Consigli e Giunte comunali e moltissimi Sindaci stanno dimostrando viva preoccupazione e contrarietà alle azioni messe in campo dall’attuale Ministero per gli Affari regionali;
Tutto quanto premesso, che fa parte integrale e sostanziale, si chiede al Sindaco e alla Giunta comunale:
– di concertare con l’ausilio dell’Anci, le iniziative più opportune indirizzate al Governo con l’obiettivo di modificare lo schema di disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato dal Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 2023;
– richiedere che vengano obbligatoriamente definiti prima di eventuali intese con le singole Regioni, con una vera partecipazione del Parlamento e delle autonomie locali, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, i costi e i fabbisogni standard, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza;
– richiedere che ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia;
– richiedere che il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia deve trovare fondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili con l’unità della Repubblica e col principio di uguaglianza;
– chiedere che il processo di, eventuale, devoluzione di cui all’art.116, c.3. Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà e non si tramuti in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali.
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