A seguito del polverone sollevato da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, seguita poi dalla dura reazione di associazioni ambientaliste, la Regione Puglia è pronta a rivedere la legge che abolisce i vincoli alle concessione delle dune costiere agli stabilimenti balneari.
Una legge passata in gran segreto 9 mesi fa e che oggi fa discutere non solo per il merito della questione, ma anche per il metodo dell’intervento regionale definito inopportuno e potenzialmente minaccioso per le dune da parte di “Italia Nostra”, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione.
Italia Nostra Puglia non condivide la modifica del testo di legge, compiuta in modo sottaciuto, non condiviso con la società civile e, cosa ancora più grave, per nulla considerando le reali e articolate esigenze di tutela e di conservazione che un bene paesaggistico pubblico come i cordoni dunari manifestano.
La giustificazione adottata dall’assessore Piemontese è che il privato imprenditore compirà “manutenzione” delle dune meglio e di più di quanto non riescano a fare gli enti pubblici (Parchi regionali e Nazionali in loco, Comuni ecc). Italia Nostra, osservatrice privilegiata in molte capillari realtà pugliesi e nazionali, alla luce dei continui abusi che negli anni ha rilevato e continua a segnalare lungo le coste regionali da parte di privati, ritiene poco credibile e insostenibile tale motivazione, regressiva e aggressiva nei confronti della tutela di un bene paesaggistico prezioso e comune!
A difesa della legge il vice presidente regionale Raffale Piemontese afferma che “si tratta di concessioni finalizzate e che limitano la gestione dell’area del cordone sottoponendola alla realizzazione di un progetto di recupero della duna stessa da allegare alla domanda».
In dettaglio la norma offre ai comuni la facoltà di dare in concessione i tratti di costa su cui insistono le dune obbligando i gestori a tutelarli.
Un incombenza da richiedere nero su bianco nell’istanza di concessione che, stando all’interpretazione regionale, rafforza la salvaguardia.
«Non è quindi il liberi tutti, ma un rafforzamento delle azioni per la salvaguardia di aree di demanio marittimo particolarmente delicate e necessitanti di forte tutela».
La Regione Puglia però apre al dialogo con gli ambientalisti che, dal canto loro, restano guardinghi. Italia Nostra spinge per l’annullamento della modifica all’art. 14, ripristinandone il contenuto del testo originario, invocando in tal senso anche il coinvolgimento del Ministero della Cultura, garante di Tutele ope legis, dei poli universitari pugliesi (Unisalento, Uniba, Politecnico e Università di Foggia), del CNR, di tutti gli Ordini professionali degli architetti, Ingegneri, geologi, agronomi, del Forum regionale dell’Ambiente, dei Forum comunali locali e di quei cittadini che hanno ancora a cuore la tutela dei cordoni dunari e degli habitat naturali ad essi intrinsecamente correlati.
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