Come è possibile immaginare che un’area cani, da diversi anni al servizio della città e dei turisti, possa venire stralciata da un progetto di riqualificazione di uno dei più bei parchi cittadini? In questi giorni, con la petizione lanciata da alcuni proprietari, estromessi da un giorno all’altro dalla villa – senza che i lavori siano ancora iniziati, ci ha permesso di ricostruire la storia, attraverso alcune testimonianze.
L’area cani è stata realizzata in una sorta di collaborazione tra pubblico e privato dall’associazione Martina Tre, nel 2014, in collaborazione con il Comune di Martina Franca. Almeno due volte l’associazione ha acquistato i giochi per i cani, che puntualmente sono stati distrutti (e senza alcun colpevole, come abbiamo già scritto nel 2017). La zona era stata riqualificata anche grazie ai fondi dei Laboratori Urbani e dopo la scadenza della gestione del Teatro Kismet e quindi con un periodo di vuoto (che abbiamo raccontato qui), l’allora Amministrazione Ancona, mette mani al portafoglio e decide di avviare un percorso di progettazione partecipata. Era il 2018, quando fu avviata la consultazione e il progetto definitivo fu consegnato nel 2020. Per chi fosse curioso, qui c’è tutta la relazione relativa al processo di partecipazione.
A leggere la relazione è evidente come non sia mai menzionata la possibilità di mantenere l’area cani e, al netto del fatto che sono state coinvolte enti o associazioni che all’epoca si voleva frequentassero la villa, l’assenza della questione cani è davvero strana.
Secondo un testimone, che ci ha raccontato in questi giorni cosa accadde, tra l’altro riconoscibile in una foto della relazione, il tema dell’area cani fu posto proprio da lui, con particolare riferimento alla pulizia degli spazi che, come abbiamo visto, sembravano davvero lasciati a loro stessi.
L’assenza di questo contributo nel report finale potrebbe essere dipesa da diversi fattori. Potrebbe essere stato ritenuto irrilevante? È l’ipotesi più probabile, e il fatto che le tipologie di utenti coinvolti non abbiamo mai menzionato i cani potrebbe essere spiegato semplicemente perché quell’area era considerata un diritto acquisito. Nella relazione solo una volta si legge la parola “alberi”, ma il fatto di non averne discusso approfonditamente non vuole mica dire che sarebbero stati tolti tutti. Una svista, quindi, o il tentativo di mandare nell’oblio l’operato di un’associazione che faceva riferimento a Stefano Coletta, reo di essersi dimesso con molto clamore, solo pochi mesi prima?
La verità non si saprà mai, perché sono passati cinque anni da quella tre giorni in cui la città fu chiamata davvero a dire delle cose, un metodo che avremmo sperato sarebbe stato applicato per il più importante progetto del Piano Urbanistico, ma che sappiamo non andò così.
Polemiche a parte, a dicembre del 2020 il sottoscritto si fece portavoce, con l’allora assessora alla Partecipazione Valentina Lenoci, della preoccupazione dei proprietari dei cani che non avrebbero più avuto uno spazio sicuro. Erano i tempi della pandemia e ci fu una bella riunione su Google Meet. L’assessora comprese le nostre preoccupazioni ma non fu mai messo in discussione il progetto frutto della “partecipazione”. All’epoca dei fatti era Gianfranco Palmisano l’assessore ai Lavori Pubblici e la Lenoci si fece portavoce delle esigenze dei cinofili.
Dal 2020 al 30 ottobre 2023, di fatto, non ci sono stati significativi cambiamenti, salvo vedersi fatti fuori da un giorno all’altro dalla villa, senza aver trovato una soluzione alternativa.
La decisione di togliere l’area cani, considerata un diritto acquisito, e quindi mai in discussione, fu forse una scelta dettata dalla reale mancata conoscenza di Villa Carmine, e il tentativo di sostituzione degli utenti: dai pensionati e studenti a ben più fighi sportivi e turisti. Eppure quell’area cani è sempre stata al servizio dei turisti, oltre che dei cittadini di Martina Franca, e la messa in discussione, e la relativa cancellazione di un progetto frutto di una partecipazione risalente a 5 anni fa, quindi ben prima della pandemia, sembra davvero anacronistica. Sembra invece senza fondamento l’idea che fu cancellata solo per piccole ripicche politiche nei confronti di un ex assessore.
Ad oggi sappiamo solo che la questione è divenuta nota oltre i confini comunali e che l’assessore ai Lavori Pubblici Nunzia Convertini si è assunta l’impegno di trovare una soluzione.
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